Puoi tradire il tuo paese; ma non il tuo cuore: Despite the Falling Snow

Abbiamo iniziato a seguire il lungo viaggio che ha portato uno dei romanzi più amati dal pubblico britannico alla sua realizzazione cinematografica nel febbraio del 2014, pochi giorni dopo l’inizio delle riprese a Belgrado.

Questo week end, a due anni e due mesi circa di distanza, il pubblico inglese ha finalmente potuto lasciarsi trasportare dalle immagini nella Russia della fine degli anni ’50.

Il romanzo del 2004 Despite the Falling Snow, ambientato durante la Guerra Fredda, così come la sceneggiatura e la regia dell’omonimo film, portano la firma della scrittrice Shamim Sarif.

Despite the Falling Snow racconta la storia di Katya (Rebecca Ferguson), una ragazza russa che lavora come spia per gli americani. Quando, su idea dell’amico e collega Misha (Oliver Jackson-Cohen), a Katya viene assegnato il compito più importante della sua carriera: spiare e rubare i segreti del Cremlino attraverso l’ascesa del giovane Alexander (Sam Reid), Katya (e con lei Misha) non può certo immaginare che, giorno dopo giorno, i sentimenti verso Alexander; ma, sopratutto, verso tutto ciò che fino a quel momento aveva odiato di più al mondo, si sarebbero evoluti fino a mettere a repentaglio la propria vita pur di salvarlo. Quando Katya decide di confessare la sua vera identità ad Alexander (che nel frattempo è diventato suo marito) è ormai troppo tardi. Il Cremlino è a conoscenza di una fuga di notizie e il KGB è già sulle tracce della possibile talpa. Dopo aver desertato per cercare di salvare Katya, Alexander si trova solo negli Stati Uniti senza alcuna notizia della moglie. E’ solo 40 anni dopo la scomparsa di Katya che, lentamente, grazie alla nipote Lauren (ancora una volta Rebecca Ferguson), Alexander inizia a scoprire la realtà su ciò che le è successo.

Chi ha amato il libro, godendo della fortuna di avere dietro la macchina da presa e alla sceneggiatura la stessa autrice del romanzo, difficilmente rimarrà deluso dall’adattamento cinematografico. Ovvio, anche l’autrice, dovendo fare i conti con un mondo fatto di ritmi tutti suoi, ben lontani da quelli che regolano le parole stampate, ha dovuto più volte cambiare le carte in tavola.

Abbiamo incontrato Shamim Sarif  il giorno dell’uscita nelle sale inglesi del film (venerdì 15 aprile) alla libreria Waterstones a Piccadilly Circus in occasione della serata Page & Screen (potete trovare qui sulla nostra pagina YouTube il video della serata) e le abbiamo chiesto quale sia stata la cosa più difficile a cui ha dovuto rinunciare nell’adattamento. La scrittrice ci ha risposto che le è dispiaciuto moltissimo dover eliminare tutta la parte legata alla linea del racconto ambientata a Boston ai giorni nostri (1998), soprattutto di dover rinunciare interamente al personaggio di Estelle (nel libro è proprio il primo che incontriamo e che ci accompagna per le prime 30 pagine circa).

Se alcune parti del romanzo sono andate, come è ovvio in ogni adattamento, perdute, vi sono alcuni frammenti che, grazie alla bravura dietro la macchina da presa della scrittrice, hanno acquisito decisamente più valore creando un pathos che solo la magia del cinema sa regalare. E’ ciò che succede, ad esempio, nell’istante esatto in cui Alexander ormai anziano (Charles Dance) capisce chi è esattamente Marina, la giornalista politica che sta aiutando sua nipote Lauren (interpreta come Katya da Rebecca Ferguson) a scoprire la verità sul destino di Katya. Nell’attimo in cui Marina si rivolge ad Alexander con il soprannome con cui lo chiamava da bambina, le immagini sullo schermo ci mostrano l’esatto ricordo che sta fluttuando nella mente di Alexander…una bambina bionda,mandata da suo padre, si avvicina a un giovane sposo in attesa che la donna della sua vita, decisamente troppo in ritardo anche per una sposa, arrivi a pronunciare il fatidico sì…..la bambina si avvicina con una rosa bianca e la porge al giovane Alexander rivolgendogli poche parole rassicuranti di conforto; parole innocenti, dolci e sincere, come tutte quelle che arrivano direttamente dal cuore di un bambino.

Sono alcune di queste scene perfette, unite a un paio di cambi di linea storica attraverso luoghi od oggetti ( ad esempio Katya e Misha dvanti all’archivio nel 1956 che diventano Lauren e Marina in ingresso nello stesso archivio nel 1998) a regalre autenticità e poesia al film. Unica pecca la relazione amorosa che nasce tra Lauren e Marina viene solo accennata a brevi tratti e in maniera superficiale ( a differenza del libro in cui ha un determinato peso e sviluppo) rendendola, oltre che assolutamente inutile, quasi una distrazione per lo spettatore che, spesso, rimane infastidito da questo “intermezzo”, un po’ come quando in televisione una scena saliente di un film viene tagliata malamente per lasciare spazio alla pubblicità.

Rebecca Ferguson (La Regina della Rosa Bianca, The Girl on the Train, Mission Impossible: Rogue Nation) è Katya e Lauren (e qui, nel 1998, sfoggia un taglio corto e un bellissimo biondo che rendono, se è possibile, il suo viso ancora più dolce e perfetto del solito). E’ lei il pilastro portante con due interpretazioni che sfiorano la perfezione; ma anche questa, come la sua bellezza, non è una novità.

Charles Dance (Il Trono di Spade, Dracula Untold, Io prima di Te,…) come l’anziano Alexander, deve fare i conti con una sceneggiatura che non rende assolutamente giustizia al grandioso uomo raccontato nelle pagine del romanzo (proprio per il precedente racconto del taglio fatto alla storia ambientata a Boston nel 1998); ma, da grande attore qual è, ha saputo rendere al meglio ogni singolo istante davanti alla macchina da presa, raccogliendo e facendo arrivare come una freccia scagliata da vicino dritto al cuore dello spettatore, tutta la sofferenza legata a 40 anni di domande senza risposta.

Passiamo ora ai due giovani protagonisti maschili. Quando, nel febbraio del 2014, ho iniziato a leggere Despite the Falling Snow, avevo conosciuto personalmente da poco sia Oliver Jackson-Cohen (Misha nel film) che Sam Reid (Alexander) e, più divoravo le pagine, più mi convincevo che il casting era errato; che avrebbero avuto senso solo a ruoli invertiti. Bene, la scorsa settimana, ho dovuto ricredermi dopo pochissimi minuti dall’inzio del film….durante la prima scena erano entrambi contemporaneamente sullo schermo, ho dovuto ammettere che Shamim Sarif aveva avuto davvero ragione perché erano semplicemente perfetti così come erano.

Se l’interpretazione di Oliver Jackson-Cohen pecca nel punto cardine della storia non facendo arrivare al pubblico ciò che nel libro si evince fin dall’inizio: il suo amore profondo e non ricambiato per Katya e la sua gelosia nei confronti di Alexander; Sam Reid è terrificante. Non solo ha dimostrato, nell’ultimo anno, di saper lasciare un segno indelebile anche quando, nella pellicola, è un personaggio secondario (vedi ’71 o Posh); ma, in questo caso, di saper reggere la responsabilità di interpretare il personaggio sulle cui spalle poggiano tutti i sentimenti racchiusi nella storia: dolore, terrore, amore, angoscia, dolcezza, rimpianto, speranza, disillusione, solitudine,…

L’insistente colonna sonora firmata da Rachel Portman è la ciliegina sulla torta; mentre la canzone Now that You Love Me Again di Ella Henderson, è il mezzo perfetto per tornare lentamente alla realtà abbandonando l’ovattata e innevata Mosca, prima di tuffarsi nel caos londinese.

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