Marvel Studio tratta i suoi prodotti televisivi esattamente come quelli cinematografici. Come nel caso di Wanda Vision, con The Falcon and The Winter Soldier, siamo catapultati in un mondo in crisi, pochi mesi dopo il Blip, quando metà dell’umanità si svegliò dopo un sonnellino, causato da Thanos, durato cinque anni.
Se Wanda Maximoff reagisce alla perdita dell’anima gemella creando, grazie al potere acquisito con la gemma, una realtà parallela in cui vivere felice in compagnia dell’amore di una vita; Sam, aka The Falcon (Anthony Mackie) affronta il dolore quotidiano volando per il mondo per portare il proprio contributo a missioni militari, e prendendosi brevi pause per supportare la sorella Sarah, in grave difficoltà economica, come gran parte della popolazione americana, dopo il Blip.
La serie si apre con Sam intento a prepararsi per una missione importante: consegnare ai Smithsonian, e al mondo, l’eredità di Captain America attraverso quell’oggetto tanto caro all’umanità, lo scudo che il suo amico Steve gli aveva donato perché lo facesse suo; ma Sam si è reso conto che quello stemma blu, rosso e bianco, non potrà mai appartenere né a lui, né tanto meno a qualcun altro perché, lo scudo di Captain America può appartenere solo a Steve e, ora che lui non c’è più, nemmeno sulla Luna come qualcuno ama immaginare, nessuno può prendere il suo posto, nemmeno lui.
Qui, lo showrunner Malcom Spellman, gioca con le emozioni profonde di ogni appassionato Marvel proponendo, fuori campo, il dialogo di Avengers: Endgame tra Steve e Sam: “Come ti sembra?”, “Mi sembra di qualcun altro.”
Improvvisamente ci troviamo catapultati altrove. The Winter Soldier, in versione schiavo dell’Hydra, con tanto di lunghi capelli corvini e mascherina su naso e bocca (anticipazione dei tempi moderni se vista con il senno di poi), è tornato alle vecchie abiutdini…o, così può sembrare. In realtà, pochi minuti dopo, scopriamo che si tratta solo di un incubo perché, Bucky Barnes (Sebastian Stan) sta facendo i conti con il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) che sta riportando a galla le sue deplorevoli azioni pre-Blip. Anche Bucky sta cercando di rimettere in piedi la propria vita, passo dopo passo, attraverso una lista del perdono che contiene tutti i nomi delle persone verso cui deve fare ammenda, sette anni esatti dopo la premiere londinese di Captain America: The Winter Soldier. Questo percorso di redenzione deve seguire tre semplici regole: non ci devono essere azioni illegali, non ci devono essere feriti e…Bucky deve confessare alla vittima la propria identità informandola di far parte del suo percorso di ammenda. C’è una persona, però, a cui Bucky non riesce a confessare la verità, causa degli incubi che lo attanagliano: Yori, un asiatico anziano con cui pranza ogni mercoledì.
Ricapitolando abbiamo: un ragazzo di colore, Sam, consapevole che non sarà mai all’altezza dell’incarnazione americana dell’eroe e un soldato che ha vissuto in prima persona gli orrori della seconda guerra mondiale che cerca la forza di raddrizzare un torto fatto a un uomo asiatico; è così che la politica contemporanea entra nell’universo Marvel, in punta di piedi. Sfumature che, con lo scorrere dei minuti, si arricchiscono sempre di più di fotografie dell’America del giorno d’oggi.
Il finale, il tradimento dei Smithsonian con l’annuncio di un nuovo Captain America, con tanto di costume e scudo appartenuti a Steve (e un viso che sembra trasmettere più un “si salvi chi può”, che incarnare i più alti valori dell’America) sarà, probabilmente il la che darà inizio alla reunion di The Falcon e The Winter Soldier, in nome dell’amico Steve (e in difesa della sua dignità)…ma quale sarà il ruolo di Zemo (Daniel Brühl) in questo nuovo scenario?
The Falcon and The Winter Soldier, episodio 1 disponibile su Disney+