Dopo la prima a Cannes, il cast di Fuori arriva a Sanremo per la proiezione in anteprima al Cinema Teatro Ariston

Anteprima nazionale al cinema teatro Ariston di Sanremo, con streaming in contemporanea in 180 sale italiane per l’ultima pellicola firmata da Mario Martone. Dopo un collegamento con la sala in diretta dal casello autostradale di Ventimiglia in un piccolo siparietto sul viaggio Cannes-Sanremo, in cui il regista ha definito il confine ligure “il set di un film iraniano”, presenti in sala lo stesso Martone, l’autrice e co-sceneggiatrice Ippolita Di Majo e le interpreti Valeria Golino e Matilda De Angelis; in collegamento l’altra interprete femminile Elodi, bloccata da impegni lavorativi.

Al termine della proiezione, non solo il pubblico in sala ha avuto occasione di intervenire al Q&A, ma, tramite un codice QR sullo schermo, gli spettatori di tutte le 180 sale italiane hanno avuto modo di formulare le proprie domande.

Fuori, in concorso al 78º Festival di Cannes, ha ricevuto nella stessa giornata un’ accoglienza più che positiva superando i sette minuti di applausi.

Il film si addentra in un momento cruciale dell’esistenza di Goliarda Sapienza, portata in scena con intensità da Valeria Golino ed è ispirato dal libro autobiografico L’università di Rebibbia. In un intreccio di immagini evocative e parole sospese, l’opera narra una rinascita interiore e il legame profondo tra donne, come fili invisibili che uniscono anime affini. Sullo sfondo, una riflessione delicata e potente sul paradosso della libertà: talvolta ciò che sembra spalancare le porte del mondo può diventare una gabbia silenziosa, mentre l’apparente reclusione può schiudere sentieri inattesi verso la consapevolezza e la libertà più autentica.

Roma, 1980. La scrittrice Goliarda Sapienza finisce in carcere per aver rubato dei gioielli; ma l’incontro con alcune giovani detenute si rivela per lei un’esperienza di rinascita. Uscite di prigione, in una calda estate romana, le donne continuano a frequentarsi e Goliarda stringe un legame profondo con Roberta, delinquente abituale e attivista politica. Un rapporto che nessuno, fuori, può riuscire a comprendere ma grazie al quale Goliarda ritrova la gioia di vivere e la spinta a scrivere.

“È un titolo straordinario. Posso dirlo perché lo pensai subito dopo aver letto il soggetto che mi aveva dato Ippolita.” ha esordito dopo la proiezione Martone, “In cima c’era scritto ‘Fuori’. Un titolo potente, che risuona profondamente con il senso del film. Non soltanto per il contrasto tra l’interno del carcere e l’esterno; ma perché ‘fuori’ rappresenta anche uno stato dell’anima, una condizione esistenziale. Goliarda era già ai margini prima di essere rinchiusa fisicamente: esclusa dalla società culturale, ignorata, privata della possibilità di pubblicare il suo romanzo, costretta alla povertà. Da questa esclusione è nato il gesto disperato e ribelle del furto.”

“Fuori da cosa, esattamente?” ha poi aggiunto Ippolita Di Majo, ” Fuori dalle convenzioni, dalle ideologie, dal pensiero più scontato. Questo film parla di libertà, ma anche di amore e di amicizia. Perché, in fondo, è la libertà a muovere ogni cosa”.

Il film attraversa il dolore, la rinascita, il desiderio profondo di appartenenza e quei legami che resistono al tempo e superano persino le barriere più solide. Una narrazione intensa e delicata, mai compiacente, che tocca il cuore e invita a guardarsi dentro.

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