Ha stregato Monte-Carlo e ora si prepara a conquistare l’Italia: Watson, la nuova serie evento firmata CBS, è ufficialmente sbarcata su Canale 5 dopo aver avuto l’onore (e il peso) di aprire il 64° Festival della Televisione di Monte-Carlo, lo scorso 13 giugno al Grimaldi Forum.
La proiezione del primo episodio, ha lasciato il pubblico letteralmente senza fiato, sancendo un inizio di festival da record e posizionando Watson come una delle serie più attese della stagione. Al centro della scena troviamo finalmente lui, il dottor John Watson, svincolato dall’ombra di Sherlock Holmes e interpretato da un magnetico, profondo e affascinante Morris Chestnut, che porta in scena un personaggio complesso, tormentato, in continua lotta tra razionalità e istinto. La storia si apre sei mesi dopo la presunta morte di Holmes. Watson, ferito ma determinato, decide di dare un nuovo senso alla sua vita aprendo la Holmes Medical Clinic, una struttura all’avanguardia specializzata in casi clinici rarissimi e apparentemente irrisolvibili. Ma ogni paziente, ogni sintomo, ogni cartella medica nasconde qualcosa di più: un mistero, un dolore sommerso, un indizio che solo un occhio clinico e investigativo come il suo può decifrare. La serie, ambientata in una Pittsburgh fredda e avvolta da atmosfere cupe e taglienti, gioca con i codici del medical drama e del giallo psicologico, trascinando lo spettatore in una spirale narrativa densa, tesa, impossibile da abbandonare. Accanto a Watson, un cast perfettamente calibrato: Eve Harlow è la neurologa ribelle e geniale Ingrid Derian; Inga Schlingmann la reumatologa Sasha Lubbock; Ritchie Coster il problematico Shinwell Johnson, con un passato criminale e un talento innato per risolvere enigmi. E poi c’è Mary Morstan, direttrice della clinica e moglie separata di Watson, interpretata da una magnetica Rochelle Aytes, che aggiunge ulteriore profondità emotiva alla trama. Il pubblico di Monte-Carlo ha assistito in anteprima mondiale a una serie che non solo omaggia il mito holmesiano, ma lo stravolge, lo ribalta, lo reinterpreta in chiave moderna, dimostrando che anche i personaggi nati nei romanzi di fine Ottocento possono rinascere con forza e originalità nel nostro presente. Watson è un trionfo di scrittura, ritmo e atmosfera: ogni episodio è un puzzle medico e umano che si incastra perfettamente in un racconto più ampio, dove il dolore diventa indizio, la cura si trasforma in verità, e la diagnosi è solo l’inizio dell’indagine. L’apertura al Festival della Televisione di Monte-Carlo non è stata solo un riconoscimento prestigioso, ma un segnale chiaro: questa non è una serie qualsiasi. È un prodotto pensato per lasciare il segno, per far parlare di sé, per conquistare critica e pubblico con intelligenza, cuore e tensione narrativa. E ora, dopo il successo internazionale, Watson è sbarcata su Canale 5, pronta a coinvolgere anche il pubblico italiano, con un appuntamento settimanale che promette di tenere tutti incollati allo schermo. Dopo l’anteprima da red carpet, è il momento di scoprirla episodio dopo episodio. E fidatevi: Watson è più che pronto a prendersi la scena. Con stile, profondità e un’intuizione che non sbaglia mai.
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