The Play That Goes Wrong ovvero Che Disastro di Commedia al teatro Gioiello di Torino

Abbiamo avuto la fortuna, nel corso degli ultimi anni, prima a Londra e poi a New York, di seguire a teatro uno spettacolo divertente fino all’inverosimile, dal titolo The Play That Goes Wrong; non potevamo quindi resistere alla tentazione di assistere anche alla versione italiana, diretta come quella di Broadway, dal regista britannico Mark Bell (Waiting for Waiting for Godot, Peter Pan Goes Wrong).

La trama è semplice: una compagnia teatrale dal passato poco esaltante, tra problemi di cast e di budget, mette in scena, dopo Romeo e Il Miserabile, un classico giallo britannico anni ’20… e nulla va come deve andare; un crescendo di disastri che portano alla catastrofe finale; costringendo gli attori ad acrobazie sempre più pericolose e ad escamotages sempre più audaci.  Inizia in platea mentre il pubblico si sta ancora sistemando. Fabio (Valerio Di Benedetto: Ti sposo ma non troppo, Nero a metà), il tecnico suono/luci della compagnia è alla ricerca di un CD dei Duran Duran tra le poltrone mentre l’addetto di scena (Stefania Autuori) cerca di fissare la mensola del caminetto e una porta che non vuole saperne di rimanere chiusa, chiedendo anche l’aiuto di un ignaro spettatore che si trova subito vittima di alcuni tranelli.

The Play That Goes Wrong, nasce dalla penna di Henry Lewis, Jonathan Sayer e Henry Shields. Messo in scena per la prima volta nel 2012 nella piccola sala-teatro (60 posti circa) del pub londinese Old Red Lion (fermata Angel), lo spettacolo viene trasferito in un primo momento ai Trafalgar Studios nel 2013 per poi esordire al West End nel 2014 al Duchess Theatre. Dopo aver ricevuto il WhatsOnStage Award e l’Olivier Award come Best New Comedy, nel 2017 debutta a Broadway, al Lyceum Theatre con una produzione firmata J.J. Abrams (Mission Impossible Saga, Star Trek Saga, Star Wars Saga, The Disaster Artist). Si aggiudica così un Tony Award (il corrispettivo dell’Oscar per le produzioni teatrali e i musical) per la scenografia. Piace perché mette in evidenza le comuni paure e gli errori che un attore non dovrebbe mai commettere.

Il segreto del suo successo indiscutibile in 20 paesi è dato dall’originalità, dalla comicità raffinata e soprattutto mai volgare e dai tempi comici travolgenti che non danno mai un senso di artefatto. Anche la trasposizione italiana può contare sul dinamismo e sulla leggerezza di una messa in scena più che brillante, molto vicina allo stile British originale. A suo favore anche l’eccezionale cast che nulla ha da invidiare ai colleghi d’oltremanica o d’oltreoceano; straordinari nel creare un vero e proprio disastro; e, come sappiamo, un grande disastro è difficile da creare tanto quanto un grande successo. A fianco dei già citati Di Benedetto e Autuori, nel cast anche Gabriele Pignotta (Ti sposo ma non troppo), Luca Basile (Now that I found you), Marco Zordan, Viviana Colais (Tutto può succedere, Ti sposo ma non troppo), Yaser Mohamed e Alessandro Marverti (Romanzo Criminale- La serie, Luisa Spagnoli, Michelangelo- Il cuore e la pietra).

“Quello che vedrete sarà frutto dell’abilità di attori di grande talento, dedizione e capacità di essere “stupidi”! Non sottovalutate quest’ultima cosa, si tratta di una capacità straordinaria e rara.” (Mark Bell)

 

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