“Risposte o sangue?” “Sangue”: Terminal List. Taylor Kitsch, Antoine Fuqua e David DiGilio al 61st Montecarlo Television Festival.

⭐⭐⭐⭐

Tratto dal romanzo di Jack Carr, Terminal List, è la nuova serie action-thriller in arrivo su Amazon Prime in 240 paesi diversi il 1º luglio.

La squadra del comandante James Reece viene uccisa in una tragica imboscata durante il suo ultimo dispiegamento. Quando James (Chris Pratt) torna a casa, scopre che le persone più vicine a lui sono state uccise e che si trova nel cuore di una cospirazione. Al suo fianco, c’è Ben (Taylor Kitsch), ma… su chi potrà fare veramente affidamento e da chi, invece, dovrà guardarsi le spalle?

Abbiamo incontrato l’attore Taylor Kitsch (Friday Night Lights, The Normal Heart, The Bang Bang Club, Grand Seduction,…), il regista Antoine Fuqua e il produttore esecutivo David DiGilio al 61º Montecarlo Television Festival.

Antoine Fuqua ha iniziato a dirci che sfida è stata quella di girare la scena di apertura: “Come potete vedere, illuminare una scena come quella, è quasi impossibile perché dovrebbe avvenire al buio. Abbiamo avuto solo cinque giorni per girarla. C’era moltissimo vento e la temperatura sulla spiaggia era gelida. I ragazzi erano immersi nell’acqua ghiacciata; penso abbiano fatto un ottimo lavoro, in una situazione davvero proibitiva.”

David DiGilio ha poi proseguito: “L’ abbiamo girata in una delle vasche più famose di Hollywood, lo studio 10 della Paramount. Abbiamo costruito un enorme complesso di tunnel, allagato il serbatoio, e poi girato lì per cinque notti di fila. E penso che  Antoine l’abbia reso un po’ modesto con le sue parole ciò che è stato fatto, perché il lavoro non finisce una volta che hai finito quei cinque giorni, penso che il lavoro che Antoine e la squadra di registrazione hanno fatto per quella sequenza nel tunnel sia stato importante quanto il lavoro che abbiamo fatto per girarlo. La quantità di ADR, ogni suono, l’effetto di ogni proiettile,… queste sono cose che sono altrettanto importanti”.

Ciò che sicuramente rende l’apertura così speciale è l’autenticità di ciò che viene proposto. E questo è stato reso possibile dal lavoro realizzato con i veri Navy Seals sul set. L’idea è nata da Jared Shaw che interpreta Boozer. Durante la preparazione, chiamò David DiGilio dicendo che avrebbero tagliato fuori molti dialoghi dall’apertura perché era meglio usare veri e propri Navy Seals come membri del plotone Alpha sullo schermo invece che attori, per rendere autentici i loro movimenti e le loro azioni. Sapevano che l’unico modo perché ciò accadesse era utilizzare ex operatori speciali e metterli effettivamente sullo schermo. Almeno tre quarti degli uomini del Plotone Alpha che vedrete muoversi attraverso quei tunnel nella scena di apertura sono ex Navy Seals, la vera ispirazione di Terminal List.

Da Lone Survivor (2013, qui la nostra intervista al regista Peter Berg) omaggio all’ operazione Redwing, Taylor Kitsch ha costruito un forte legame con Marcus Luttrell e i Navy Seals. Il 28 giugno, 17° anniversario dell’ Operazione Redwing, Kitsch e Luttrell hanno inaugurato il museo dedicato al LT. Michael P. Murphy (interpretato da Kitsch nel film) sulla Great South Bay a West Sayville. A Montecarlo gli abbiamo chiesto come questo legame influisca sul suo lavoro dentro e fuori dal set quando si tratta di raccontare storie dedicate ai Navy Seals.

“Sono molto lusingato quando ho l’opportunità di servire questi ragazzi, nessun gioco di parole. Marcus è ancora un mio fratello. Tra dieci giorni sarò con il padre di Mike Murphy e Maureen, sua madre, e John, suo fratello per l’anniversario dell’operazione Redwing. Quel film e quell’esperienza, raccontare la loro vera storia, mi hanno donato molto più di quanto pensassi. Mentre stavo decidendo se prendere parte a Terminal List, il ragazzo che mi ha addestrato per Lone Survivor, Ray un ex Navy Seal, che ha lavorato anche come consulente militare per Terminal List, mi ha mandato un messaggio in cui, senza parafrasare, c’era scritto: porta il culo in California. Andiamo, andiamo a giocare. Ray è  davvero come un fratello per me. Quindi averlo in queste sequenze di combattimenti e queste sparatorie voleva dire dare l’esatta autenticità a quello che stavamo facendo. Nel pilot vediamo James Reece alle prese con il DPTS (disturbo post-traumatico da stress). Ho un sacco di buoni amici che sono più o meno fratelli per me; stanno attraversando un momento buio parlando di DPTS, ma penso che sia solo una questione di consapevolezza del problema e di comprensione di esso per decidere come agire.Uscirne è un lungo percorso; ma sono dell’idea che bisogna parlarne ancora e ancora. Molti di questi ragazzi stanno lottando per uscirne fuori, con l’aiuto di apposite strutture. Per esempio, c’è un posto in Florida dove alcuni di loro vanno per tre mesi all’anno per affrontare il trauma e tutto ciò che stanno attraversando.” 

Ma chi è Ben, il personaggio interpretato dall’attore canadese Taylor Kitsch?

“Nei primi due episodi, vediamo così poco su Ben. Volevo davvero che questa anteprima riguardasse più Ben, che tutta questa serie fosse più incentrata su Ben. Il bello di questo personaggio è che viene rivelato a poco a poco, a fuoco lento ed è una linea molto sottile da percorrere mentre lo si interpreta, riuscire a non svelare troppo è stato un lavoro difficile; ma l’attesa di questa rivelazione su chi sia in fondo, vi assicuro che paga. Sapendo dove è diretto, posso dirvi che quella piccola introduzione è in realtà una grande anteprima e il suo viaggio è stato un ottimo motivo per salire a bordo di questo progetto. Ben ha tutti questi fantastici tatuaggi; ne abbiamo parlato molto. Lui è nato e cresciuto sulla spiaggia e questo è un ragazzo che ha servito il suo paese ed è orgoglioso di averlo fatto, ma è anche un ragazzo che potreste incontrare mentre cammina sulla spiaggia e non riuscireste mai a capire chi sia davvero fino in fondo. I suoi tatuaggi ovviamente raccontano una storia. Penso che ci siano volute circa quattro ore ogni volta per realizzarli; non mi sono piaciute le quattro ore, ma mi è piaciuto il risultato finale. Il tatuatore che li ha creati è un vero artista e David gli ha inviato molte indicazioni. Il tatuaggio del lupo che vedrete sul petto di Ben, è quello che volevamo rendere perfetto perché è  una parte importantissima del personaggio, come lo è tutto ciò che indossa. Abbiamo lavorato molto sui tatuaggi anche con Max Adams, che è uno scrittore-produttore dello show, oltre che un ex ranger dell’esercito: lui sapeva esattamente il tipo di tatuaggi che una persona come Ben si sarebbe fatta fare e ha contribuito a crearli. Questo è Ben e io sono felice di avere otto ore per sviluppare il mio personaggio, questo è ciò che rende i progetti televisivi speciali, avere sei-otto ore per sviluppare personaggi complicati come Ben.”

La prima stagione sarà costituita da otto episodi, ma Jack Carr è, per usare le parole di David DiGilio, “un autore incredibilmente prolifico”. Carr sta scrivendo al ritmo di un libro all’anno, tutti best seller del New York Times. Così, per DiGilio e Fuqua, sarebbe “un mondo perfetto poter fare un libro a stagione”. Ma hanno aggiunto: “sta scrivendo troppo velocemente perché ci vuole molto più tempo per fare una stagione della serie, quindi dobbiamo metterci al passo, perché il quinto libro è appena uscito”.

Ciò che rende Terminal List ancora più straordinario, è il lavoro fatto sulla sceneggiatura perché non tradisce il libro di Carr. Un vero e proprio sforzo di squadra che vede Chris Pratt determinante nel suo sviluppo. Il team dietro Terminal List è consapevole dell’importanza del libro di Jack Carr, così ha scelto di essere assolutamente fedele a quel personaggio e al viaggio che intraprende. 

Un film in otto parti più che una serie in otto episodi. Jack Carr è stato coinvolto fin dall’inizio mentre il team stava lavorando sulla sceneggiatura del pilot. David DiGilio e tutte le persone coinvolte hanno fatto in modo che ogni linea e ogni azione passasse attraverso gli occhi di ex Navy Seals o di ex operatori speciali. Tutto ciò che si vede sullo schermo è una scelta del personaggio suggerita da persone che in realtà conoscono realmente quelle situazioni, come la scelta delle armi di Ben e James nella scena della chiesa. Ovviamente, ci sono alcune licenze nell’adattamento dalla pagina allo schermo; ad esempio la scelta di  rendere Terminal List un thriller meno politico e più psicologico. Vedrete che, nel primo episodio, James Reece avrà problemi con la sua memoria, succederà qualcosa di strano nella sua testa. Cospirazione o follia? Quando inizierete a guardare Terminal List o, sono sicura, a divorare gli otto episodi uno dietro l’altro senza sosta, ricordate che è tutto lì per un motivo e che, il finale scioccante del secondo episodio, sarà l’inizio di un viaggio incredibile. In un primo momento, vedrete Reece come il personaggio principale di questo thriller psicologico, mentre sta cercando di capire cosa è successo, quindi Terminal List diventerà un thriller di vendetta, mentre Reece inizia a costruire la sua lista e ad agire su di essa. “Risposte o sangue?” chiederà Ben, “Sangue” risponderà James. Infine, vi ritroverete a guardare un thriller cospirativo, mentre Reece mette insieme gli ultimi pezzi di ciò che sta realmente accadendo. Ma, sopratutto, preparatevi a vedere Chris Pratt come non l’avete mai visto prima.

Terminal List, Amazon Prime, 1 luglio 2022

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