Non odiare, un concetto semplice eppure così difficile, soprattutto in questo ultimo anno dove, messi alla prova, abbiamo iniziato ad odiarci gli uni gli altri anche per le cose più futili come una corsa sulla spiaggia o un giro in bicicletta; per poi raggiungere, recentemente, un’estremismo ingiustificato.
Non odiare, un concetto semplice, ma si può non odiare chi odia? Esiste un odio che giustifica l’odio? Se sì, si può venire a patti con la propria coscienza? Questo è ciò che si chiede, nella sua tanto riuscita quanto amara opera prima Mauro Mancini.
Simone Segre (uno straordinario Alessandro Gassmann) è un chirurgo di origini ebraiche che, facendo un giro in canoa sul fiume, assiste a un incidente stradale. Con il pirata della strada in fuga, è l’unico a poter assistere la vittima, gravemente ferita, in attesa dei soccorsi. Nel togliere all’uomo la camicia, però, Segre si trova di fronte a qualcosa di sconvolgente e inaspettato che mette a dura prova il suo io e il suo essere medico.
Ispirato da un fatto di cronaca accaduto in Germania, Non Odiare è uno dei pochi film presenti al Lido che manda,senza mezzi termini,a quel paese il “politicamente corretto” e che rispecchia una realtà contemporanea fatta di sussulti fascisti cavalcati come onde propagandistiche dai surfisti di alcune fazioni politiche.
I due protagonisti maschili: un torvo Alessandro Gassmann con il suo personaggio fatto di sguardi e silenzi e la rivelazione del film, il giovane Luka Zunic con il suo Marcello ricco della prepotente fragilità di chi ha bisogno del branco per poter vivere, sono vittime dell’eredità dei loro padri; ma, entrambi, attraverso Marica (Sara Serraiocco), impareranno a comprendere, prima l’altro e poi se stessi.
L’ opera prima di Mauro Mancini, mette in mostra, in un periodo di virus, corse al vaccino e movimenti di protesta che, un vaccino non è una cura e lo fa portando sullo schermo un virus subdolo e pericoloso come quello che sta mettendo in ginocchio la popolazione mondiale del 2020; un virus per il quale, il vaccino, ha probabilmente raggiunto la data di scadenza, perdendo qualsiasi effetto benefico di protezione e ricordandoci che non si tratta di un virus debellato, ma di un virus che sta prepotentemente tornando a farsi strada. Una mascherina per questo virus non basta perché, come ci mostra nel finale quel bambino con il braccio alzato che “non è molto bravo a riconoscerli”, ne siamo portatori sani e dobbiamo impegnarci ogni giorno per poter essere punto di riferimento,insegnando ed essendo esempio per gli adulti del futuro,così che ciò che è stato non sia mai più.
“Nella vita dobbiamo fare cose che non ci piacciono”
Non Odiare, in sala dal 10 settembre