A tu per tu con Sissi e Franz: Jannik Schümann e Dominique Devenport, ospiti a Cannesseries, ci raccontano la loro avventura nei panni dell’iconica coppia imperiale a poche ore dalla premiere mondiale

Pochi giorni dopo la premiere sul canale televisivo tedesco RTL, arriva su Canale 5 la nuova mini serie firmata Beta Film, Sisi (Sissi). Inutile soffermarsi a raccontarvi la trama di una delle storie d’amore e di potere più conosciute della storia; anche perché, avendo scritto la sceneggiatura per la tesi di laurea partendo proprio della loro storia, rischierei di annoiarvi o di distruggere le vostre aspettative nei confronti di un prodotto eccellente. Ciò che posso dirvi è che, nel raccontarla, forse per la prima volta, sono state abbandonate quelle forzature sdolcinate alla Nicholas Sparks utilizzate in abbondanza nella versione del 1955 e, seppur in quantità ridotta, nella produzione Rai del 2009 con Cristiana Capotondi e David Rott; perciò, non preoccupatevi se, al termine dei primi due episodi, il formicolio alla mano, sintomo dell’irrefrenabile voglia di prendere a schiaffi qualcuno, continuerà a presentarsi ogni qualvolta vedrete Franz sullo schermo; lentamente, nel corso dei sei episodi, imparerete ad amarlo, con i suoi pregi e i suoi difetti, frutto di un’interpetazione magistrale dei due attori protagonisti.

Ho incontrato Dominique Devenport e Jannik Schümann (Vicino all’Orizzonte), aka Sissi e Franz, lunedì 11 ottobre, poche ore prima dell’anteprima mondiale dei primi due episodi al Canneseries Festival.

In una cornice da favola, tra yatch e temperature quasi estive, i due giovani protagonisti mi hanno raccontato le loro emozioni, le loro paure, le sfide giornaliere affrontate sul set e, soprattutto, quel senso di orgoglio misto a paura nell’interpretare due icone, non solo della storia, ma anche dell’immaginario mondiale; e lo hanno fatto portando su quel divanetto di pelle bianca, tutta la loro semplicità raffinata e una complicità unica.

Se si pensa alla principessa Sissi, automaticamente la nostra mente proietta l’immagine di Romy Schneider, hai sentito la pressione di ricoprire lo stesso ruolo che ha reso Romy Schneider un’icona mondiale?

DD: Ho sentito la pressione, ma non nei confronti di Romy Schneider. L’ho sentita perché Sissi è un’icona storica. Personalmente, interpretare un personaggio con un tale peso, è qualcosa che ti mette davvero sotto pressione. L’aspetto legato alla versione cinematografica del 1955, per entrambi, non è stato così importante nel reinterpretare i ruoli; non abbiamo mai provato a fare un remake di quella pellicola, anzi, credo che la nostra Sissi sia davvero qualcosa completamente differente dalla Sissi di Romy Schneider. Abbiamo cercato di rendere omaggio alla figura storica, ma anche di modernizzarla.

JS: Conosco i film precedenti; non sono mai stati una tradizione nella mia famiglia ma, alcuni anni fa, mi è capitato di vederli. Dato che circa un paio di settimane prima di iniziare le riprese ci siamo trasferiti in Lituania, abbiamo guardato i film per entrare nello spirito di ciò che avremmo iniziato a raccontare poco dopo; ma anche per dimenticarli, per metterli da parte per poter iniziare questa avventura in modo nuovo e autentico.

E’ stato difficile, invece, adattarsi ai costumi?

DD (ridendo): Sì e no…c’è questa parola tedesca che è come dire…dolce ma con un retrogusto amaro…perché da un lato gli abiti sono meravigliosi ma allo stesso tempo hanno dei bustini davvero scomodi e strettissimi. Con abiti del genere devi imparare a muoverti, rieducare te stesso perché il tuo corpo è impossibilitato dal compiere diversi movimenti per noi, oggigiorno, naturali ed è stato importantissimo per l’interpretazione storica del personaggio. In quell’epoca, le donne, non avevano voce in capitolo all’interno della società e, nonostante tutti i fatti storici documentati, se si decide di guardare attentamente, è facile capirne il motivo: indossando abiti del genere non riesci a renderti visibile con la tua presenza perché non riesci a respirare, non riesci a essere calma e a pensare lucidamente, non riesci neppure a sentire la stabilità del pavimento su cui ti muovi. Come puoi farti valere?

Avete scoperto qualcosa su Sissi e Franz di cui non eravate a conoscenza preparandovi per interpretarli?

JS: Onestamente ci devo pensare…non saprei. Ovviamente ci sono moltissime cose che ho imparato su Franz, su Sissi e sulla loro storia nei mesi che hanno preceduto le riprese. Penso, però, che la cosa interessante sia capire se, gli spettatori che hanno familiarità con i film e le serie precedenti o che hanno studiato a fondo la loro storia, impareranno qualcosa di nuovo. Mi incuriosisce capire se il pubblico immagina che quella di Sissi e Franz sia stata una romantica storia d’amore, quella che i film hanno sempre cercato di raccontarci perché, in realtà, ciò che noi abbiamo trovato studiando i documenti e le biografie, è in realtà la storia di un’adolescente libera, abituata alla vita in campagna, che si ritrova intrappolata in una gabbia dorata, completamente sola nonostante sia l’imperatrice, con un marito che, essendo l’imperatore, non ha tempo da dedicarle perché deve concentrarsi esclusivamente su come vincere guerre e battaglie.

Dato che apparentemente non sarà la storia che tutti conosciamo, c’è qualcosa che ci puoi anticipare?

JS: Con o senza spoiler? Nella prima stagione, hanno annunciato ieri che ci sarà una seconda stagione,…

Complimenti!!

JS: Grazie, siamo davvero elettrizzati!! Dicevamo, nella prima stagione, raccontiamo i primi tre/quattro anni della relazione tra Franz e Sissi. Storicamente parlando avremo due figlie, ma si conclude comunque diversi anni prima la grande depressione in cui cadrà Sissi e prima dei grandi eventi drammatici che colpiranno la famiglia imperiale, soprattutto l’Imperatrice. Siamo prima dell’arrivo del figlio Rodolfo, quindi prima che diventi regina dell’Ungheria (1867, ndr). Vi potete però aspettare grandi scene dedicate alle battaglie con l’Italia in Lombardia e con la Francia tra Franz e Napoleone. Questi primi sei episodi, però, si dedicano anche al rapporto iniziale tra Sissi e Franz, sul loro conoscersi l’un l’altro a poco a poco e sul come lei riesca, passo a passo, a rompere la corazza costruita dalla severa eduzione intorno al gelido cuore di Franz.

Cosa ti lega alla Sissi che hai portato sullo schermo?

DD: La storia che abbiamo voluto raccontare parla di una ragazza che combatte per la sua libertà e che chiede, solamente, di essere vista come essere umano e non come un titolo. Una donna che, pur essendo l’Imperatrice, lotta per avere diritto a una vita privata e, sopratutto, per poter provare dei sentimenti; argomenti e lotte molto importanti per me. Sissi è un’eroina moderna perché, in quell’epoca, ciò che veniva richiesto all’Imperatrice era di apparire perfetta al fianco del Kaiser e di dare alla luce eredi. Sissi, però, riuscì a ritagliarsi una sorta di vita intima, privata, allontanandosi dall’etichetta richiesta ad una imperatrice e trovando il modo di dedicarsi a ciò che le stava a cuore, di avere dei passatempi e di vivere con passione.

Qual è stata la sfida più difficile da affrontare?

DD: Penso che per me, in generale, sia stato il fatto di esordire su un set in un ruolo principale e, … non esattamente un ruolo principale qualunque. Ero sul set tutti i giorni ed ero terrorizzata dalla responsabilità. La cosa più difficile è stata lottare con me stessa perché tendo ad essere molto dura e intransigente nei miei confronti; l’intero team è stato molto gentile e mi ha sempre sostenuta ma, ovviamente, facendo molta autocritica, è stato davvero difficile.

JS: Jannik è davvero affettuoso, caloroso, entusiasta, euforico e ottimista perciò, per me, la cosa più difficile in assoluto è stata interpretare un uomo che è esattamente l’opposto. Franz è inanimato, senza cuore ed è stato difficile interpretarlo senza renderlo noioso.

Siete a Cannes, un’ottima vetrina internazionale, cosa si prova ad essere qui?

DD: E’ qualcosa di davvero eccitante, non riesco a trovare altre parole per descrivere questa sensazione.

JS: Fin da piccolo ho sempre guardato le foto scattate sul red carpet del Festival di Cannes o sul pink carpet di Cannesseries negli ultimi anni ed è davvero una sensazione incredibile posare per i fotografi qui sul pink carpet prima degli incotri con la stampa pensando, inoltre, che stasera vedremo il nostro lavoro sul grande schermo del Palazzo del Festival; è incredibile ed è un grande onore.

Mi soffermo a parlare dell’Italia con Jannik dato che ha fatto da poco ritorno da una vacanza tra Venezia e il Lago di Como in cui si è innamorato del nostro paese ma, soprattutto, della nostra tradizione culinaria. Nell’agriturismo in cui ha soggiornato, ha imparato a preparare la pizza e i ravioli, oltre alla tradizione dello Spritz; poi, giunge l’ora per entrambi, di prepararsi per la proiezione dei primi due episodi di Sissi.

Sissi, su Canale 5 da martedì 28 dicembre.

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